Per un "incidente informatico" scopriamo che una città - la nostra città - non esiste più: cancellata, scomparsa con ogni segno del passato, svaniti i volti e i luoghi che affollano i nostri ricordi.
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Ma la nostra memoria si ribella, esige dì restituire vita, tempo e spazio ai personaggi, agli eventi, alle cose.
Così l'assurdo irrompe nel preambolo al racconto, annunciandosi come seme di una metafora che dichiara l'assenza di una -'logica" nella Storia. Per l'Autore, l'urgenza è il recupero della sua esperienza vissuta a Pola, la "città scomparsa", dai primi anniTrenta sino al tumultuoso biennio postbellico. Il risultato è la narrazione passionale di una voce pacata, un crescendo che, dall'elegia dell'infanzia, trascorre all'epico dell'impegno politico, fino .all'inevìtabilità tragica dell'esodo istriano: la millenaria Pola non sarà salvala dall'iniquità della Storia.
Libro di riconciliazione della memoria con i luoghi e con il tempo della giovinezza, Quei giorni di Pola, come osserva Arrigo Levi nella prefazione, è anche la storia "di come un ragazzo diventa un uomo", un viaggio e un apprendistato sentimentali che ne fanno un prezioso unicum nella letteratura di confine.
Corrado Beici (Dignano distria, 1926), giornalista, parlamentare, ha diretto il quotidiano della DC "II Popolo", ha presieduto il Collegio del Mondo Unito dell'Adriatico di Duino (Trieste), ha pubblicato, tra l'altro, Trieste, memorie di 30 anni (Morcelìiana, 1989), Zaccagnihi (Morcelliana, 1991), Quel confine mancatemk - La linea Wilson (Morcelliana, 1996),// libro della bora flint, 2003) e con Guidojj, Bodrato 1.978 - Moro, la DC, il terrorismo (Morcelliana, 2006).